Industria 4.0: notizie estive

Fabbricadigitale – Open innovation campus

Un open innovation campus di provincia, sulle rive del Po, dove non esistono barriere e tutti possono contribuire allo sviluppo di idee innovative all’insegna di una vera contaminazione. E’ lo spazio di Fabbricadigitale, azienda IT specializzata in soluzioni software per il mondo cloud e multimediale, inaugurato nel 2016 a Casalmaggiore (Cremona) e in arrivo anche a Milano.

“All’interno della nostra azienda abbiamo creato un’area di circa 400 metri quadrati aperta a chiunque, con lo scopo di dar vita a momenti di confronto nella direzione dell’open innovation”, ovvero quella “nuova modalità di cambiare i processi innovativi delle aziende, grazie alla quale tutti possono concorrere allo sviluppo delle idee, anche chi sulla carta sembra il meno adatto per farlo”. Fabbricadigitale, ad esempio, sta portando avanti un’idea di startup nata da un boscaiolo della zona, il quale “normalmente non sarebbe stato ascoltato, perché non è laureato alla Bocconi o al Politecnico”, sottolinea Francesco Meneghetti, Ceo dell’azienda Fabbricadigitale, spiegando che l’open innovation “ha anche un ruolo sociale”. Il Ceo annuncia poi l’apertura, per fine settembre, dell’open innovation campus Milano, in zona Darsena, che funzionerà un po’ allo stesso modo.

“Milano è un luogo più sfidante dal quale possiamo portare a a casa grandi risultati”. All’open innovation Campus di Casalmaggiore si accede scaricando una App dedicata, che apre le porte della struttura, senza bisogno delle chiavi, e consente di accendere e spegnere le luci, oppure di scegliere il colore della luce della propria postazione di lavoro. Uno spazio completamente free che organizza momenti di confronto e di formazione, incontri di consulenza e offre un’area di coworking. Tra le attività, “incontriamo gli imprenditori e individuiamo insieme a loro, con il metodo dell’open innovation, gli interventi di innovazione più adatti alle esigenze della loro azienda”.(ANSA).

Marazzi Group – Industria Ceramica

Si racconta che nel 1935 Filippo Marazzi costruì il primo impianto produttivo della sua azienda di Sassuolo usando come struttura due file parallele di pioppi, fondando così quella che sarà definita la “fabbrica di cartone”, per la provvisorietà della sua struttura. Oggi Marazzi è il più noto marchio di piastrelle in ceramica ed è un simbolo del Made in Italy nel settore dell’arredamento e del design.

L’azienda ha sempre investito in nuove tecnologie, a partire dai ‘forni a tunnel’ nei primi anni ’50, arrivando oggi a ideare una chat che facilita l’accesso alle informazioni aziendali, come la disponibilità di magazzino, la merce consegnata giornalmente, lo stato di avanzamento della produzione, i dati dei clienti. Marazzi Bot è una app che permette di inviare in chat richieste attraverso il proprio smartphone e ricevere una risposta rapida e adeguata. In pratica si configura come alternativa alla consultazione di database, Intranet e altri canali aziendali, velocizzando i tempi. Si può dire che Marazzi abbia fatto la storia della ceramica moderna realizzando innovazioni tecnologiche, di processo e di design nel settore delle piastrelle.

Dalla prima collaborazione tra sarti dell’alta moda e la ceramica negli anni ’70 alla Torre Arcobaleno di Milano, Marazzi è intervenuta anche nella metropolitana di Roma. L’azienda è rimasta a conduzione familiare fino al 2013, quando è entrata a far parte Mohawk Industries, principale produttore mondiale nel settore del flooring quotato alla Borsa di New York. (ANSA)

LinUp glasses – occhiali con videocamera

Si chiamano LinUp glasses e sono degli occhiali dotati di una videocamera Hd che ha la possibilità di immagazzinare immagini e filmati e di trasmetterli a distanza. Gli occhiali 4.0 sono prodotti dalla società LinUp, una startup fondata nel 2015 con una compagine sociale composta da tre soci.

La società, grazie alle sue soluzioni innovative, nel giro di un anno ha raddoppiato il portafoglio ordini. I LinUp glasses sono degli occhiali che, attraverso una telecamera, riprendono tutte le operazioni di lavoro che poi vengono inviate e condivise tramite uno smartphone che fa da ponte. In questo modo, chi si trova alle prese con un intervento di manutenzione può ricevere assistenza a distanza, guidato da uno specialista, il quale può verificare in tempo reale se l’operazione sta procedendo correttamente e intervenire con istruzioni vocali o manuali e schemi di progettazione. Si tratta di una tecnologia (Linup Maint) creata con lo scopo di migliorare e semplificare gli interventi di manutenzione che azzera i costi di intervento, riduce i tempi di un guasto e fornisce un supporto in tempo reale a distanza.

Uno dei fondatori di LinUp ha evidenziato che nell’era dell’industria 4.0 le piccole e medie imprese hanno “l’obbligo di ottimizzare il sistema produttivo attraverso la riduzione di tempi e costi. LinUp ha creato un sistema integrato hardware e software che consente di introdurre nelle piccole e medie imprese concetti, metodologie e strumenti di analisi del processo produttivo utilizzati fino ad ora esclusivamente dalle grandi aziende”. In particolare, l’azienda napoletana ha automatizzato le analisi acquisendo i dati da strumenti che vengono indossati dagli operatori stessi senza interferire sulle attività in corso; creato un software che memorizza ed analizza tutte le attività in corso degli operatori negli ambienti produttivi; sviluppato algoritmi per creare una mappa degli sprechi e per visualizzarli in modo semplice ed intuitivo; sviluppato sensori in grado di monitorare e garantire l’ergonomia del posto di lavoro; ridotto al minimo l’intervento del consulente esterno; creato moduli formativi delle risorse dell’azienda per renderle autonome. (ANSA)

Mandelli Sistemi – Centri di lavoro CNC

Una storia lunga 80 anni, focalizzata sull’innovazione, ha trasformato una piccola e media impresa piacentina in una delle principali aziende italiane per la produzione di macchine utensili. E’ la Mandelli Sistemi, fondata nel 1932 da Renato Mandelli, entrata nel gruppo Riello Sistemi nel 2000 e presente nell’Industria 4.0 con “i-Pum@suite4.0”.

“Grazie a questo innovativo pacchetto – spiega il project manager della ditta, Riccardo Daverio – siamo in grado di aiutare le imprese ad ottimizzare l’uso di un centro di lavoro rappresentando un significativo passo in avanti nella direzione della fabbrica intelligente”. Il pacchetto consiste nell’arricchimento della sensoristica di macchina, finalizzata alla raccolta dei dati e alla dotazione di strumenti di trasmissione dati “real time”.

In questo modo è possibile condividerli e monitorarli telemetricamente da remoto. Questi strumenti, oltre a massimizzare l’efficienza del singolo mezzo produttivo, in quanto riducono il tempo di fermo grazie a strategie di manutenzione predittiva (Big Data Analytics) e di realtà aumentata, renderanno possibile una maggiore conoscenza della macchina in modo da utilizzarla in maniera ottimale. Mandelli Sistemi fa parte delle aziende portate che Smau ha raccontato nel suo roadshow e che porterà sul palcoscenico della prossima edizione autunnale a Milano, dal 24 al 26 ottobre. (ANSA)

Polo Meccatronica di Rovereto

Su un’area sconfinata, dove fino a 100 anni fa non c’era altro che campagna, e il primo insediamento produttivo arrivò nel 1925 con il cotonificio Pirelli, sorge il Polo Meccatronica di Rovereto, uno spazio di oltre 17 mila metri quadrati in cui impresa, ricerca e formazione si incontrano e producono innovazione. Voluto dalla Provincia di Trento, il progetto è in continua evoluzione e nel giro di cinque anni ospiterà anche il mondo della scuola portando gli studenti vicino alle imprese. Negli spazi di Polo Meccatronica, quest’anno è nato il più avanzato laboratorio d’Italia per i prototipi meccatronici, ‘Prom Facility’, grazie alla collaborazione tra Provincia di Trento, Trentino Sviluppo, Universtià degli Studi di Trento, Confindustria Trento e Fondazione Bruno Kessler. Frutto di un investimento di circa 6 milioni di euro (principalmente finanziamenti europei), il laboratorio punta a coinvolgere startup e pmi, oltre ai ricercatori, nel processo produttivo del prototipo, in uno spazio aperto e di contaminazione, che si sviluppa su 1.500 metri quadrati ed è pieno di tecnologie all’avanguardia, come stampanti e scanner 3D, macchine al taglio laser e utensili per lavorazioni additive e sottrattive. Un progetto che mira anche “ad avvicinare i ricercatori all’impresa, con la possibilità di creare nuovi posti di lavoro ad alta specializzazione su esigenze direttamente stimolate dalle aziende”, spiega il direttore di Prom Facility, Paolo Gregori. Il prossimo anno è previsto un ampliamento degli spazi produttivi con la costruzione di un edificio di circa 6 mila metri quadrati destinato a laboratori e centri di ricerca, mentre nel 2022 ci sarà spazio anche per la collaborazione tra scuola e impresa. Nel corpo centrale del polo di Meccatronica troveranno spazio le nuove sedi dell’Istituto tecnico tecnologico “G. Marconi” e del Centro di Formazione Professionale “G. Veronesi” di Rovereto, per un totale di circa 1.400 studenti, più docenti, personale tecnico e amministrativo. Le scuole saranno vicine al mondo dell’impresa con laboratori di produzione e isole di apprendimento dedicate, e con strumenti multimediali d’avanguardia. (ANSA)

Tecnest – sw ed applicazioni web, collaborative e smart per l’industria.

Una sera d’estate, nel lontano 1987, quando l’informatica era qualcosa per pochi, quattro ingegneri si presentarono davanti al notaio per dar vita ad un’azienda che avrebbe anticipato il futuro della fabbrica 4.0. Si chiama Tecnest, viene dalla provincia di Udine e realizza soluzioni software per dare ritmo alla fabbrica: consegnare in tempo, ridurre gli sprechi, ottimizzare i processi di produzione e della supply chain.

Tutto ebbe inizio da un’intuizione – spiega il presidente di Tecnest, Fabio Pettarin, socio fondatore insieme a Mario Chientaroli: “nella nostra precedente esperienza in Zanussi ci eravamo accorti che le piccole e medie imprese, quelle che hanno sempre rappresentato l’ossatura economica dell’Italia, non venivano considerate quando si parlava di gestione e controllo della produzione. Abbiamo così deciso di mettere a disposizione delle realtà più piccole del settore manifatturiero l’innovazione e la tecnologia”. Questo progetto ha dato vita ad “uno dei primi software di schedulazione della produzione in Italia” che si è trasformato in un pacchetto completo per tutti i processi di produzione, arrivando di recente al lancio di soluzioni integrate per l’Industry 4.0. Si tratta di nuove applicazioni web, collaborative e smart che consentono di ottimizzare i processi di produzione e di mettere in comunicazione sistemi, macchine e persone.

“L’innovazione chiama innovazione ed è per questo che dopo essere cresciuti per 30 anni, continuiamo ancora a crescere”, afferma Pettarin. Oggi “l’industria 4.0 ha dato un nuovo impulso al settore” perché “non si tratta esclusivamente di fornire un software e accompagnare le aziende verso i loro obiettivi strategici, ma di mettere in campo un progetto dove la componente di know-how fa la differenza”. Partendo da un produttore di sedie, il primo cliente di Tecnest, le sue soluzioni coinvolgono ormai aziende manifatturiere di diversi settori e dimensioni, in tutta Italia e all’estero. Dalla vicentina, Ompar, che produce macchinari per l’industria orafa si passa al trucco hi-tech di Mascara Plus Cosmetics, fino al fashion con l’azienda 2M del gruppo Calzedonia. Inoltre, l’organico di Tecnest si è ampliato raggiungendo i 50 dipendenti, la sede si è ammodernata, trasferendosi a Tavagnacco, dopo aver aperto anche una filiale a Cinisello Balsamo (Milano). (ANSA)

Fomar Stamp CNC

Quarant’anni di innovazione e cambiamenti senza mai trascurare il ruolo dei lavoratori in azienda. E’ questa la filosofia dei due soci della Fomar Stamp, Egidio Martinolini e Clemente Fontana, che hanno realizzato nella loro azienda dei centri di lavoro di ultima generazione guardando alle tecnologie di ultima generazione ed al 4.0.

Fontana nel 1974, all’età di 29 anni ed al termine della scuola serale di disegno, fonda a Mesenzana (Varese) la Fomar Stamp. Dopo alcuni anni vengono inseriti in azienda le prime macchine a impostazione numerica. Oggi tutta la produzione è incentrata su apparecchiature ad alto contenuto tecnologico e digitale. La Fomar Stamp è specializzata nella progettazione e costruzione di stampi (stampi tradizionali – bicomponente e tricomponente) in materie plastiche, gomma, bachelite e leghe leggere per industrie elettriche, elettromeccaniche, automobilistiche, cosmetiche, sanitarie, medicale ed alimentari. La qualità è “l’obbiettivo assoluto – affermano in azienda – a cui mirano le maestranze della Fomar Stamp. Per produrre attrezzature di ottima qualità, accanto all’esperienza e capacità individuali, sono indispensabili macchinari moderni e di precisione, di cui disponiamo”. (ANSA)

ComoNext – Innovation Hub

Un ex cotonificio di fine Ottocento a Lomazzo (Como) diventa la porta d’ingresso per il futuro dell’impresa 4.0 e fucina di idee innovative: 120 aziende mature e startup, 600 impiegati, i knowledge workers, che quotidianamente lavorano sulle tematiche del cambiamento, dell’industria 4.0 e della trasformazione digitale, sono a disposizione delle pmi italiane per lo sviluppo di progetti competitivi. E’ la storia tutta italiana di una riqualificazione territoriale che ha dato vita, lì dove sorgeva un’area industriale, ad un Innovation Hub: ComNext, simbolo di un vero modello di open innovation. “Insieme agli stakeholder del territorio, Camera di Commercio, associazioni di categoria, mondo delle università e dei capitali, abbiamo costruito un patto di sistema, che abbiamo chiamato la next innovation, ovvero un percorso metodico di trasformazione digitale delle imprese in chiave 4.0”, spiega il direttore generale di ComoNext, Stefano Soliano, sottolineando la necessità di un cambiamento di mentalità degli imprenditori verso “una visione digitale dell’impresa”, perché “le pmi italiane hanno un gap culturale ancora da colmare”. Il piano nazionale del governo “è un meccanismo che funziona bene e c’è da sperare che il limite temporale venga esteso, dal momento che è un fortissimo volano”. Nell’Innovation Hub di Lomazzo si lavora per accompagnare le imprese lungo il cammino della quarta rivoluzione industriale, attraverso una consulenza ad hoc costruita in base alle specifiche esigenze di ognuno. In particolare, con il percorso “Innovation Ramp-up”, l’imprenditore viene accompagnato per quattro mezze giornate nel Parco scientifico tecnologico alla scoperta di un “mondo cambiato”, attraverso visite alle imprese innovative, business games e lezioni frontali. Nella fase successiva, gli esperti di ComoNext vanno nella sua azienda per capire i possibili interventi di trasformazione digitale, finché lui diventa pronto per affrontare il cambiamento e realizzare il suo progetto innovativo. Un percorso, sostenuto da Camera di Commercio di Como, Unindustria e Confartigianato Como con un tesoretto di 180 mila euro, che “ha la finalità di creare awareness per far capire che serve cambiare – afferma Soliano -. Noi andiamo nelle aziende e le aiutiamo a identificare le aree che necessitano del cambiamento”. Il direttore annuncia poi un nuovo progetto allo studio che prevede la realizzazione di “un dimostratore di Industria 4.0 all’interno del parco di Lomazzo, per far toccare con mano un esempio di fabbrica 4.0 e offrire un laboratorio di idee”. “Stiamo lavorando con altri poli tecnologici e l’idea è di estenderlo anche al centro-sud Italia. Credo possa rapidamente diventare un progetto di interesse nazionale”. ComoNext è nato nel 2010 su iniziativa della Camera di Commercio di Como, che oggi è il socio principale, seguito dal Comune di Lomazzo, la Fondazione Politecnico di Milano, Unindustria Como e diversi Istituti di credito. (ANSA)